Celebriamoli, idolatriamoli, facciamoli sentire unici. Coccoliamoli con la nostra simpatia, facciamoli crogiolare nella nostra sincera approvazione. Diventiamo loro fan, non perdiamoci una puntata, impariamo ad amare le loro somigliosissime metà di sangue.

Non perdete tempo a pensare che sia solo un programma, una montatura, un diversivo per far sentire più intellighiotti i pochi che si sono affrancati e che adesso si sentono malinconicamente superiori. No.

Perché qualunque donna abbia avuto almeno un incontro ravvicinato – possibilmente prolungato – con un uomo tra i 20 e i 40 e sua madre sa benissimo che non lo è. Non è una farsa, non è nemmeno una rappresentazione viziata della realtà, non è nemmeno satira. Si chiama REALTA’ e basta. Che poi sia sapientemente orchestrata, proprio per sottolineare il legame edipico e l’inettitudine gasata e laccata dei polletti, e che nessuno di loro voglia davvero trovare un surrogato di mamma, finché quest’ultima è in vita (la mamma fa tutto meglio, e per quello che non può fare lei… beh, ci sono le discoteche), quello ve lo concedo. Ma ciò non toglie che l’ideazione di questa meraviglia di programma non debba aver richiesto agli autori un grande sforzo di creatività.

Guardi lì, fissi attonita lo schermo, e pensi quasi che ti stiano prendendo in giro. Ci (ri)vedi tanti piccoli inetti laccati e orgoglioni di essere italiani. Felici di essere ancora viziati, e riconoscenti di avere ancora, e sempre, innamorate pronte in qualsiasi momento ad afferrare il ferro e dare una stirata alla camicia per la serata, oltre che abilissime nell’ardua arte dell’appaiamento del calzino.

Un gruppo di trentenni etero e meno etero, tutti alla ricerca di una metà simile alla mamma e, cosa ancora più importante, che  ottenga la piena approvazione della mamma. Che le somigli in tutto, che sia materna ma sexy, dolce ma piccante, discreta ma estroversa, colta ma senza pensiero, ma che non sia così somigliante da scavalcarla. L’unico momento dell’intera prima, lunghissima puntata che riesce a farmi sorridere è la serissima osservazione della genitrice del mammone gaio, dopo l’esibizione da mago in erba (eh, tanta erba) di un pretendente altrettanto gaio che da una sciarpina intonsa tira fuori una colomba: “Diciamo che non ho un grande feeling con gli uccelli… [lunga pausa] di nessun genere.” Ha tutta la nostra comprensione, cara mamma.

Decisamente il programma di cui avevamo bisogno. Proprio quello che ci voleva per le nostre generazioni di Inutili-tutto-casa-&-comodità. Tutto amorepermammà & pigrizia. Tutto nonpotreimaimantenermiconquelcheguadagno & uhmanonsofarelalavatricemetapino. Quelli che vedi ogni volta che metti piede in un locale, per intenderci, o anche solo al tavolino di un’affollata piazza Vittorio il sabato sera. O quello che ti ritrovi accanto da anni, nel peggiore dei casi. Quelli che hanno bisogno di crescere, insomma, e non di sentirsi legittimati dai media.

Un po’ come sparare sulla Croce Rossa, mi viene da dire. Ma come sempre…  viva la mamma!